venerdì 26 novembre 2010

On line la terza puntata del viaggio in Irlanda!


Quello che vedete pubblicato qui sopra è il trailer che sta girando da questa sera sull'home page di Real-Bikes.com ed è relativo alla terza puntata di Straight to North West 200, il mini documentario che ho realizzato lo scorso mese di maggio in Irlanda del Nord. Come avrete dedotto dal titolo, visto che siete dei draghi perché visitate questo blog, racconta il viaggio fatto assieme all'amico Giovanni nella terra degli elfi, per assistere alla mitica gara su strada, o, meglio, alla corsa su strada più veloce del mondo. La North West 200 non è solo pazzia, è poesia, come poesia è tutto ciò che è attorno alla manifestazione, dalla gente ai luoghi.
Per questo ho deciso di creare, anche su questo blog, una pagina dedicata a questa piccola avventura e alla North West 200 (la potete vedere già sul menù in alto). Lì trovate tutte le puntate a mano a mano che verranno pubblicate; in totale ho montato 5 puntate... E a mano a mano cercherò di darvi alcune informazioni utili anche per assistere in prima persona alla gara.
Nel frattempo, buona visione.

martedì 23 novembre 2010

Icon Sheene, close up



La Icon Sheene è una moto che ti turba (e non solo perché c'ha il turbo): nera, artigianale, con il telaio che luccica e sperluccica, piena di regolazioni minimali, maledettamente costosa e inarrivabile. Ma anche un po' goffa, priva di precedenti e successori, in certi particolari un po' grezza e ridondante e con una linea un po' così, che sta a metà strada tra nostalgie anni Ottanta e uno strano futuro immaginato chissà quanto tempo fa.
E poi ha questo muso un po' da papero, la mascotte che il compianto Barry Sheene aveva portato più veloce di quanto non avrebbe mai potuto sperare nella sua vita da modesto piumato; e in effetti non è che il papero sia l'emblema dell'eleganza, così come questa Icon non è la moto più bella del pianeta; è sexy, sì, di questo dobbiamo darle atto, ma per motivi motoristici più che estetici.
Un fascino che è merito di un motore che di affascinante avrebbe poco da offrire: non si tratta del quattro cilindri della Suzuki Hayabusa, come si è portati a pensare, bensì del più duttile e insospettabile quattro cilindri della naked GSX1400, una delle migliori street-bike che possiate desiderare, ma anche una delle Suzuki meno seguite dal mercato italiano.

E poi c'è una strumentazione che potrebbe stare su un Kymco e due semimanubri "clubman" che paiono rubati, con rispetto parlando, a una Royal Enfield. Però sulla piastra ci sono le firme dei Sheene... compresa quella di Barry!
La Icon Sheene è una moto che vive nel presente: non ha passato e non avrà futuro e sembra proprio dirti cogli l'attimo amico. Sembrava dirlo anche Andrew Morris (nella foto in alto), mentre si trafelava a raccontarmi i particolari di questa moto.
www.iconsheene.com

lunedì 22 novembre 2010

The coolest video of the day is...



Ecco un'altra illustre dimostrazione di come le donne fossero terribilmente sexy e stronze già negli anni Sessanta.

domenica 21 novembre 2010

Il lusso è in ripresa

Ieri ho scoperto che il settore del lusso è in ripresa. O meglio, ieri ho scoperto che, prima di ieri, il settore del lusso era in crisi. A quanto pare il 2009 è stato anno orribilis proprio per tutti i comparti industriali e artigianali, anche quelli legati al mondo del lusso e dell'extra-lusso o del lusso al quadrato, quelli, cioè, che abitualmente vengono ammirati come paradisi che non conoscono difficoltà economiche. E invece non è così, se c'è crisi c'è crisi per tutti.
Per fortuna il peggio pare scongiurato e il tepore di questa nuova consapevolezza mi ha consentito di passeggiare serenamente tra gli stand di “Luxury Christmas Preview” e “Luxury Garage”, esposizione fieristica che si tiene questo week-end a Vicenza e “Autumn Edition” della più nota “Luxury and Yachts”, ovvero la “Spring Edition” del Salone Internazionale del Lusso che si tiene a Verona (www.luxuryyachts.it). Se non vi è chiaro è perché, forse, non masticate bene la lingua del lusso, quindi è un problema vostro.
Nella “Autumn Edition” vicentina, era esposta, in un allestimento esclusivo, una selezione di desideri esclusivi, così esclusivi che, anche chi non ha ancora sufficiente dimestichezza con la materia lusso, possa riconoscere trend e acquisire nuovi sogni materiali, nel mentre chi questa dimestichezza già la possiede per genetica, possa decidere cosa mettersi in soggiorno o in garage per superare la noia e l'imbarazzo delle conversazioni invernali. È ovvio che, data la mia scarsa predisposizione a quadri tessili sud coreani, porte indiane, biciclette in pelle trapuntata e hi-fi a forma di cane, il mio interesse fosse più che altro rivolto alla sezione “garage” dell'esposizione anche perché di yachts non c'era manco l'ombra (totale 3 motoscafi, belli, ma 3 motoscafi). È meno ovvio che nella suddetta sezione garage (e in tutta la fiera) si trovassero alcune vetture sportive (magari ci facciamo un post a parte) e la bellezza di 9 motociclette, nell'ordine: una replica della RSV di Max Biaggi, due Victory, uno Spyder Can-Am (che tecnicamente non è neppure una moto), quattro chopper esposti da un verniciatore, una MV Agusta F4 “un po' particolare” e la Icon Sheene, una special tributo al compianto Barry. Non mi soffermo sull'Aprilia Campione del mondo SBK, né sulle custom, quanto piuttosto sulle ultime due elencate.
La prima risponde al nome di Superlativa (foto a sinistra) e infatti, appena l'ho vista, ho pensato proprio che come cazzata fosse decisamente superlativa: è la peggiore MV Agusta mi sia mai stato dato occasione di vedere in vita mia. Perché? È integralmente rivestita di madreperla, servono altre spiegazioni? Posta sulla tomba di famiglia, però, vi farebbe fare un figurone, altro che angioletti o croci.

La Icon Sheene è invece, lo ammetto, il vero motivo che mi ha convinto ad andare fino a Vicenza.
Per chi non ne avesse ancora sentito parlare riassumo: hanno preso un motore Suzuki GSX 1400, ci hanno attaccato un turbo, tirando così fuori 250 CV e rendendola la moto immatricolabile più potente al mondo; poi hanno fatto fare un telaio all'ex telaista di Barry Sheene, lo hanno cromato (il telaio mica il telaista) e hanno costruito una carena in fibra di carbonio e alluminio (che ricorda vagamente una Katana 1100). Infine hanno decorato il tutto con cerchi in fibra di carbonio, verniciatura nera satinata e svariate placche che commemorano il celebre papero, portafortuna del pilota Suzuki. In altri termini una bella tamarrata da circa 120.000 euro.
Ho chiacchierato un po' con il padre della Icon Sheene, Andrew Morris, che mi illustrava come lo scopo fosse unicamente onorare la memoria del grande campione con una creazione incredibile e ultra potente. Ne verranno costruite 52, come gli anni vissuti da Sheene, finite le quali il signor Morris non ha ancora deciso cosa fare, ma probabilmente tornerà a più miti occupazioni. (www.inconsheen.com)
Peccato, magari la prossima gli veniva fuori un pochino meglio.

p.s.: l'immagine dello struzzo non è una provocazione dell'autore di questo blog, ma l'immagine scelta dall'organizzazione dell'esposizione Luxury and Yachts. Per cui se vi fa ridere, non è colpa mia.

Easton per la terza volta re di Macao

Non ho mai pensato di portar sfiga (oddio, lo confesso, ogni tanto penso più che altro di portare sfiga a me stesso), e quando, l'altro giorno, ho postato su questo blog il video on-board girato dall'esordiente Chris Peris (nella foto in basso), di certo non avrei previsto che proprio lui si rendesse protagonista dell'episodio sfigato del week-end di Macao. Chris è volato a terra e lì è rimasto dolorante; i commissari hanno interrotto la gara per mezz'ora per ripristinare la sicurezza per tutti i piloti, nel frattempo sono arrivate notizie incoraggianti sullo stato del pilota BMW, praticamente illeso nonostante il botto.

Alla ripresa delle ostilità si è confermato quanto i primi giri avevano lasciato supporre: ovvero che Easton (nella foto a sinistra), anche quest'anno, era il più in palla di tutti, soprattutto di Rutter che non riesce più a vincere a Macao, un tempo suo terreno di caccia preferito e luogo dove ha costruito la propria fama. Easton vince, dunque, e si conferma un talento da tenere d'occhio.
La spedizione non è stata delle più felici per altre celebrità come McGuinness (sesto), Donald (ottavo) e Amor (decimo), che per il 2011 avranno dunque ancor più il dente avvelenato.

Ad ogni modo, a scanso di eventuali equivoci, ci terrei a concludere con un "Sorry Chris".

venerdì 19 novembre 2010

Quanto è vicino il muretto di Macau?



Questo week-end si corre il Macau Motorcycle Grand Prix, uno degli appuntamenti più emozionanti per tutti coloro che sono appassionati di moto, ma soprattutto una delle gare più pericolose al mondo. Facciamo un giro di pista assieme a Chris Peris e alla sua BMW S1000RR del team Iron Horse.
Chris ha chiuso le qualifiche con il 12° tempo. In pole, con uno strepitoso record della pista, c'è la Ducati del veterano Micheal Rutter; dietro di lui Stuart Easton e John McGuinness, due calibri pesanti qui a Macau.
Se Rutter dovesse vincere, lo farebbe per la 7° volta e diventerebbe, dunque, il più vincente di sempre sul circuito della Guia. Negli ultimi due anni, però, a vincere è stato proprio Easton, che parte dietro di lui: si preannunciano fuoco e fiamme.

giovedì 18 novembre 2010

The music video of the day is...


Ancora loro? Sì, ancora loro.
Alzate il volume a palla e partecipate all'avventura, altro che Super Mario.

Siglata partnership tra Ducati e AMG. Cioè?




Durante la conferenza stampa al Los Angeles Auto Show, l'AD di Mercedes-AMG Ola Kallenius e il presidente di Ducati Motor Holding, Gabriele Del Torchio, hanno siglato un accordo di partnership per, si legge, “lo sviluppo congiunto di attività di marketing condivise”.
Come primo passo il marchio sportivo tedesco “sosterrà il team Ducati MotoGP in qualità di official car”, il che significa che Valentino Rossi non sarà più costretto a viaggiare con una Panda e finalmente potrà arrivare sui circuiti con una bella SL. Si preannuncia un incremento di vendite di supercar Mercedes nel prossimo anno.

mercoledì 17 novembre 2010

The music video of the day is...



I Sorry Ok Yes sono Davide Materazzi (vocals, guitar) e Simone Ferrari (drums).
E Il Mucchio li ha descritto così: "Rock'n'roll, una chitarra e una batteria: basta poco, in fondo. Sorry-Ok-Yes è un duo che da un paio d'anni, senza aver mai pubblicato un disco vero e proprio, gira il mondo e viene acclamato un po' dappertutto. L'album è una piccola bomba appassionata che vuole soltanto esplodervi in faccia dalle casse dello stereo."

Insomma un po' come i White Stripes, solo che qui sanno suonare tutti e due.

martedì 16 novembre 2010

Se il passato è passato: la Lambretta

La Lambretta, si sa, è uno di quei veicoli entrati nella mitologia delle due ruote e nel costume della nostra società. Personalmente, con la scusa che mio nonno era meccanico Piaggio, ho sempre nutrito una maggiore simpatia per la Vespa, ma le doti e il fascino della Lambretta non sono mai state messe in discussione neppure dai vespisti più accaniti e poi non si è mica obbligati sempre a fare questi confronti che, ormai, è un po' come chiedere se vuoi più bene a mamma o a papà. C'era da aspettarsi, dunque, che qualcuno cercasse di colmare il vuoto lasciato dall'interruzione della sua produzione e dalla chiusura degli stabilimenti Innocenti, i cui scheletri ancora oggi fanno parte del landscape meneghino in zona Rubattino. Il marchio Lambretta è, così, magicamente riapparso quattro anni fa, accarezzato da Valeria Marini quale testimonial e appiccicato sulle poco nobili plastiche di uno scooter cinese di dubbio gusto estetico e chiamato Pato. Si trattò della prima operazione da parte del Motom Electronics Group (che come avrete intuito non si preoccupa di recuperare solo la Lambretta) di riesumare lo storico brand milanese, ma, nonostante il prezzo d'attacco, l'accoglienza fu tiepida per due motivi:
1. era brutto
2. si vedeva che era cinese a 100 metri di distanza.
Non ne faccio una crociata contro i prodotti della Repubblica Popolare Cinese, si tratta più che altro di una constatazione di un livello di qualità percepita inferiore alle aspettative medie, si tratta anche e soprattutto di immagine, perché la qualità, quella più funz
ionale, ha bisogno di essere comunicata da una qualità, se vogliamo, dell'apparenza. Un oggetto che appare povero non stimola le fantasie di chi deve comprare, specie quando si pone come una riedizione di un mito del passato e che, quindi, deve vivere più che altro proprio di fantasie. Certo il discorso sarebbe troppo lungo e preferisco chiuderlo qui per non annoiare ulteriormente, anche perché il motivo di questo post è un altro, ovvero che la Lambretta è tornata. L'abbiamo vista lo scorso anno come prototipo accompagnata pure da Gigi D'Alessio, l'abbiamo re-incontrata quest'anno all'EICMA in versione definitiva e la state vedendo nelle foto allegate.
Il desiderio di ricollegarsi agli antichi fasti è ancor più evidente con una linea che emula, in particolare, quella dei modelli della seconda metà dei Sessanta, come LI, SX e J. A differenza della precedente Pato, dunque, la nuova LN 125 e 150 si lascia dunque guardare. Anzi si rimane proprio incuriositi, si vorrebbe capirne di più di questo scooter evocativo. Peccato che anche la presentazione, però, sia più che altro evocativa e dica poco o nulla sul prodotto. Il comunicato ritorna a raccontarci i successi storici della mitica Lambretta, ma della nuova ci dice solo che ha un motore monocilindrico 4 tempi, 2 valvole, ruote da 12”, freno a disco anteriore e a tamburo posteriore e che è garantita 2 anni. I veicoli vengono distribuiti da un concessionario di Napoli: www.area101srl.com; benché su questo sito non ne venga ancora fatta menzione. Rimaniamo turbati da frasi tipo “dettagli di stile, che hanno fatto tendenza nella storia dello scooter” in riferimento alle plastiche di un nuovo modello, e che ci fanno rimpiangere gli spot in cui il mitico Quartetto Cetra intonava il “Lambret-twist”! Quella sì che era comunicazione! E quella sì che era una Lambretta.



Certe volte, perciò, mi chiedo: se il passato è passato perché fare operazioni che speculano semplicemente sull'immaginario legato a un marchio anziché inventare qualcosa di nuovo? E, soprattutto, perché nessuno lo dice? E perché mai dovrei desiderare questa "finta" Lambretta? Lo so, mi faccio sempre troppe domande.




The worst stuntman of the year is...


Non è che oggi sono in vena di classifiche più del solito, ma casualmente mi sono imbattuto nel video di Masterbike2 (niente a che vedere con la nota testata italiana), e mi sono detto che un video così andava in qualche modo "premiato", per il coraggio (di pubblicarlo) ma anche perché penso possa essere didattico a tutti coloro che ambiscono a puntare la ruota anteriore al cielo. Perché alla fine lo sappiamo che c'è sempre una prima volta, no?
Quindi, bravo Masterbike2.

lunedì 15 novembre 2010

The music video of the day is...


Il bello di YouTube è che offre la possibilità di imbattersi in video che altrimenti non avremmo alcun modo di scoprire; è così che AguirreClips ci offre questo videoclip della band EUA, o almeno così immagino si chiamino. Non so chi siano e non so niente di loro, però video e canzone mi parevano creativi, per cui spazio a loro.
Se qualcuno fosse così gentile da spiegarci chi sono ne sarei molto grato.

martedì 9 novembre 2010

Una settimana fa

Su Scusamamma parlo di moto, divertimenti, passatempi. Condivido una passione per un hobby, ma vorrei che questa pagina non fosse solo questo, specie quando accadono cose ben più grandi di noi e specie quando queste cose toccano chi ci sta vicino, la nostra gente, i nostri amici, talvolta i nostri vicini di casa.
Il 1 novembre scorso, mentre andavo a Milano ad assistere alla presentazione della Ducati, mi è giunta la notizia che i fiumi Alpone e Tramigna, oltre a molti altri fossi delle mie zone, avevano esondato. Il paese dove vivo non era stato sfiorato (anche perché il fiume più vicino è l'Adige e sarebbero stati guai molto grossi...). Ho passato la settimana a inseguire le novità dell'EICMA, interessandomi soltanto marginalmente a cosa stesse succedendo tra Verona, Vicenza e Padova. Sui giornali quasi non trovavo notizia e i telegiornali ho smesso di guardarli da tempo: la maggior parte ha perso non solo ogni credibilità ma persino ogni decenza giornalistica. Così sono finito col pensare che in fondo non doveva essersi trattato di un disastro.

Quando sono tornato ho capito, invece, che in tutta la settimana mi era stata nascosta la verità, che io per primo l'avevo ignorata rendendomi in qualche modo complice del disastro.

Non ho voluto parlare dell'alluvione del 1 novembre fino a che non ci fosse stato un messaggio di speranza e il video di Renato Zanardo lo è. Non ci conosciamo, ma desidero comunque ringraziarlo per il suo racconto. Infine vorrei dare un grosso in bocca al lupo a tutti i miei vicini di casa che non sono stati fortunati come me.

Così Renato Zanardo descrive il suo video:

Il commento a questo video è stato scritto dall'autore, non è una posizione ufficiale, è soltanto un'opinione di un cittadino residente in Veneto. Se non si condivide questo commento, poco importa, il video descrive comunque una realtà oggettiva.

Se un popolo ha la capacità di riprendersi, dovrebbe essere portato come esempio. Non dovrebbe essere indispensabile lasciarsi morire perché gli altri si accorgano del dolore che provi, di cosa ti sia costato rialzarti e tornare a camminare. Nemmeno una persona, anche tra quelle più colpite, ha pensato di fermarsi ad attendere una anima pia che l'aiuti, perché l'attesa sarebbe stata molto più dolorosa che affrontare il fiume di petto. Tuttavia la solidarietà presente nel DNA del popolo Veneto è la prima a rivendicare il proprio diritto alla vita e non è raro che quando capita qualcosa nella nostra penisola, per quanto distante sia, un veneto si alzi lasciando la cena a metà, lasciando moglie e figli per andare a ricostruire una città. Tutto questo nella consapevolezza che pochi ricambierebbero. Se c'è un po' di equità, allora che ci arrivi un segnale. Altrimenti non moriremo, ci arrangeremo come sempre, ma non venitemi a parlare di unità d'Italia. Le Italie sono molte e che ognuno si tenga la sua.