giovedì 29 ottobre 2009

Oscuri presagi


L'ottimismo è il profumo della vita, declama Tonino Guerra.
L'ottimismo è il profumo della vite, verrebbe da rispondere, perché per essere ottimisti negli ultimi tempi occorre quantomeno essere ubriachi.
La picchiata dell'economia si è arrestata, dicono i ben informati. Ma gli effetti della recessione si cominciano a vedere ora.
Ho recentemente fatto riferimento alla condizione degli operai Guzzi (in questo post) ma successivamente ho preferito non commentare la notizia della messa in vendita da parte di Harley-Davidson della MV Agusta proprio all'indomani della presentazione della nuova Brutale e non ho ancora parlato della chiusura della Buell da parte della stessa Motor Company americana. Purtroppo però a questo scenario si aggiunge la chiusura del reparto produzione dello stabilimento di Gerno di Lesmo da parte della Yamaha con relativi 66 esuberi e le brutte notizie ora cominciano ad essere un po' troppe per non farsi prendere dall'ansia di oscuri presagi.
Fra poco più di quindici giorni ci sarà il Salone del Motociclo di Milano, la grande e storica kermesse dove si presentano le novità e si respira sempre e comunque un certo ottimismo imprenditoriale. Quest'anno l'EICMA rischia di essere lo spettro di se stessa. Non ci saranno Honda e Yamaha e le Case presenti non avranno grosse novità da mostrare. Tutti a piangere sulle proprie disgrazie insomma.
Ma è veramente tutta colpa della recessione mondiale? O la recessione oltre ad essere una causa è anche una scusa?
Al momento preferisco lasciare l'interrogativo in sospeso, ma prometto che su Real-Bikes.com cercheremo di dare una risposta anche a questo quesito.
Nel frattempo tenete d'occhio il cielo, finché son corvi si può sperare. L'importante è che non siano avvoltoi, perché potrebbe essere troppo tardi.

domenica 25 ottobre 2009

Hagakiri #41



Se fossi Haga, questa sera sarei incazzato come una nutria.
Butterei la zuppa di miso fuori dalla finestra, insulterei la mia adorabile moglie e forse picchierei pure i miei incolpevoli figli. Per lo meno li manderei a letto senza cena.
Perdere un campionato ci può stare, succede. Perderlo all'ultima gara fa rosicare. Perderlo dopo che per la prima volta nella tua lunga carriera sei primo e con la moto più forte del lotto farebbe innervosire chiunque. Arrivare secondo per la quarta volta, fa girare un bel po' le balle. Che a vincere al posto tuo sia l'ultimo arrivato, ti fa diventare più verde del grinch. Che costui abbia preso il tuo posto e ti abbia battuto sulla moto che avresti dovuto guidare tu ma che hai lasciato l'anno scorso perché poco competitiva credo che spingerebbe anche il più mite e serafico degli uomini su questa terra a imbracciare il mitra e fare una strage di innocenti.
Probabilmente l'autostima di Haga questa sera è al livello di quella di un Sake Maki.
Più imbarazzato di lui credo che oggi ci sia solo Marrazzo.


p.s.: per la cronaca ha vinto uno strepitoso Ben Spies su Yamaha. L'anno prossimo Spies passerà in MotoGP, che farà Haga? Si preparerà per arrivare secondo? Io faccio un in bocca al lupo a entrambi.

lunedì 5 ottobre 2009

La cimice del polesine



In ogni stagione il motociclista ha almeno un nemico proveniente dal regno animale da cui guardarsi. Tenderei ad escludere in questa osservazione i mammiferi in possesso di patente e /o mezzo di locomozione, la cui devastante pericolosità merita una trattazione riservata e la cui permanenza durante tutto il periodo dell'anno non li rende di fatto stagionali. Intendo esseri viventi di specie tendenzialmente meno violente, ma che sanno come portarsi all'attenzione del motociclista durante determinati periodi. Vespe e calabroni in primavera, farfalle e falene nelle serate più calde, gabbiani, tucani e quant'altro. Tra questi nemici uno più degli altri sa colpire a tradimento. Come recita il titolo mi riferisco alla cimice, insetto mefitico tra i più subdoli che il creato possa annoverare. L'incrocio furtuito di un centauro con una cimice è sempre occasione di riflessione. Vi parlo della cimice perché è questo il periodo durante il quale è più facile imbattersi nel simpaticissimo animaletto verde.
Ieri, ad esempio, attraversavo indisturbato il polesine, come c'ero finito chissà, quando ho riconosciuto l'inconfondibile inebriante olezzo. Dopo qualche minuto di persistenza ho realizzato che non si trattava di una delle tante attrattive del luogo, ma delle drammatiche conseguenze di uno scontro. La cosa mi ha disturbato, perché ero convinto che l'avrei fatta franca: consapevole della stagione e allarmato dall'abnorme presenza nella zona rodigina di insetti mossi da istinti suicidi avevo chiuso la visiera del casco convinto di essermi messo al sicuro. Ma, ripeto, la cimice è bestia subdola. Probabilmente la cimice conduce pure una vita di merda, isolata anche dagli altri insetti per quel suo problemino. Come il compagno di classe che non si lava. Dev'essere ancora più dura quando a evitarti sono degli insetti! Insomma, essere schifati da una mosca, che molto schizzinosa non mi è mai sembrata, non deve far bene alla propria autostima. E' perciò comprensibile il motivo per cui la cimice desideri farla finita con un gesto eclatante e farla pagare a tutti. La cimice in cui mi sono imbattuto io era particolarmente astuta: ha evitato la visiera e si è gettata direttamente anima e corpo nell'orifizio della presa d'aria.
Il suo eroico gesto mi ha regalato una giornata intera di nausea e fastidi vari che non sto qui a elencare ma che hanno superato di gran lunga quelli causati da una prolungata sniffata di uni posca.

Lezione numero 5: la cimice del polesine è addestrata da Al Qaeda. Non pensare di farla franca.

giovedì 1 ottobre 2009

Qualcosa di nuovo


La Brutale ha un po' rotto i maroni. In senso buono intendo. Sembra che qui in Italia quando si fa una moto dall'estetica superlativa e originale si viva poi nell'angoscia di poterla rovinare. Pensate al Monster: in Ducati ci hanno messo 14 anni prima di rovinarlo. Il risultato non è stato poi nemmeno così deplorevole, almeno dal punto di vista stilistico. In MV Agusta per anni hanno cercato di sfornare sempre nuove Brutale nel terrore di cadere nell'errore (e con un occhio sempre sul portafogli) facendo di necessità virtù. Una mano di arancione, una decal nuova, una messa a punto al motore e via così. Mica come i giapponesi che ogni due anni stravolgono e uccidono senza ritegno le loro moto per forzare il mercato. Ogni anno una nuova Brutale ma è la stessa dell'anno prima.
D'altronde come dare torto ai Castiglioni & Friends? Alla faccia dei soldi che costa la Brutale è sempre stata venduta bene e se non fosse per lei la MV non sarebbe riuscita a tirare avanti con le sole F4.
L'arrivo della Harley-Davidson comincia però a mostrare qualche risultato. In questi giorni è stata infatti presentata la Brutale 2010. Per prima cosa si può notare l'insolito periodo scelto per la presentazione: come da consuetudine harleysta le novità arrivano prima dei saloni invernali. In genere la gamma americana esordisce in estate, una scelta che comporta una differenziazione rispetto a tutte le altre case. In secondo luogo per la prima volta nella storia della Brutale si può effettivamente parlare di un restyling! Non ho avuto ancora il piacere di vedere da vicino la nuova Brutale, ma dalle foto mi sembra che il lavoro dei designer sia stato molto delicato e appropriato. In pieno stile H-D sono cambiati solo i dettagli: la visione d'insieme restituisce immediatamente quella che è per tutti una Brutale. Ma da vicino ci si può gustare una linea totalmente ridisegnata con finezza. Non so se il merito sia da dare totalmente alla Harley-Davidson ma il risultato mi sembra comunque un ottimo segnale per il futuro della MV.
Non mi inoltro tra i particolari tecnici, le due cilindrate e le due versioni, il traction control eccetera. Mi interessava soltanto considerare che talvolta si può aggiornare un mito dello stile senza perdere la testa.

foto MV Agusta.