lunedì 30 novembre 2009

Qui si vende tutto a gratis!



Mi aggiro tra i concessionari d'auto. Sì, ho detto auto. Preventivo dopo preventivo dò la caccia al re degli sconti, al gran visir dell'affarone, al sommo incentivo. Inseguo il modello che si accinge ad uscire di scena e poi lo abbandono per la novità che "oh è una novità". Ascolto formule algebriche che mi fanno risparmiare offrendomi un bagagliaio di servizi di cui ignoravo l'esistenza e, vien da sé, la necessità. I polpastrelli sudano sulla calcolatrice, la vista si annebbia alla cifra finale. Ma come?

Mi aggiro tra i concessionari d'auto ed emerge un quadro desolante: nessuno dei venditori si preoccupa di spiegare le peculiarità del singolo modello. Forse perché non ci sono. Potrei scombinare gli abbinamenti venditore/auto e il risultato non cambierebbe. Dicono tutti le stesse cose, hanno gli stessi dati e non è nemmeno colpa loro.

Omologazione, ho pensato. Omologazione dei prodotti. Ma anche omologazione delle persone, del pensiero, dei gusti.

L'angoscia mi assale: fra quanto accadrà anche per le moto? O è già accaduto?

Se non è ancora accaduto è perché il motociclista è spinto dalla pulsione verso un modello e non da un ragionamento utilitaristico. Ma sarà sempre così? Alcuni segnali negli ultimi anni hanno fatto presagire il contrario e le case che hanno spinto sugli sconti sono quelle in maggiore difficoltà di vendita. E, guarda caso, quelle con i prodotti più omologati e omologanti.


to be continued...


lunedì 16 novembre 2009

Multistrade, ma dove stiamo andando?


Vorrei anch'io dire la mia sulla Ducati Multistrada. In realtà vorrei approffittarne per una riflessione più ampia, per cui andrò per le lunghe e se avete di meglio da fare vi capisco.
Per prima cosa, per evitare ogni equivoco, vorrei complimentarmi con la Ducati per aver lavorato a lungo a un progetto complesso e avere avuto il coraggio di rispettare gli impegni nonostante il momento abbia spinto alcuni concorrenti ad atteggiamenti più conservativi. Credo vada riconosciuto il merito dell'aver proposto un prodotto nuovo e complesso.
Detto questo vorrei dissociarmi dal coro di colleghi che hanno incensato la Multistrada come l'arrivo del messia, della Moto Totale. L'arrivo della Multistrada (ma non solo della MS) mi preoccupa, non tanto per la moto in sé quanto per la direzione che stanno prendendo i costruttori. E' da quando mi è dato di avere ricordi che sento parlare di concetti come la Moto Totale. Lo voglio dire una volta per tutte: balle! La Moto Totale non esiste e mi auguro non esisterà mai. Esistono delle ottime moto che fanno egregiamente un sacco di cose, ma la moto che magicamente fa ogni cosa non esiste ed è un sollievo, non solo perché non servirebbe a niente ma aumenterebbe ancora di più il processo di omologazione già in atto. Viva la diversità!
Altra balla colossale: la moto che si adatta al pilota. Blaaaah! Buuu!
La moto NON si deve adattare al pilota! E' il pilota che si adatta, che impara a conoscerla, la studia, se ne innamora (oppure no) e al limite ne lima qualche difetto con qualche aggiustamento che la avvicini al proprio gusto. Una moto deve funzionare bene, punto. E poi ci si piglia la moto che più ci assomiglia, no? Se questa moto deve assomigliare a tutti c'è già un problema di fondo: la personalità. Una moto la deve avere, si dice, ma qui si rischia la schizofrenia.
Altra cosa: mettono sempre più birra nel motore, ma poi studiano artifici tecnologici per renderlo gestibile, umano, alla portata di imbranato. Vi devo spiegare perché è un controsenso? Nel caso della Multistrada si parla di 150CV su un peso di poco più di 200kg. Un rapporto da ipersportiva vera, di quelle che fanno i tempi buoni al Mugello. A questo si aggiunge una ciclistica da sogno e gomme ribassate (qualcuno mi deve spiegare come un 190/55 sarebbe adatto al fuoristrada... e fortuna che hanno fatto un accordo con la Pirelli, perché altrimenti non ci sarebbero le gomme). E' un po' come dire: noi siamo dei fighi perché facciamo dei motori potenti, tu automaticamente puoi diventare figo di riflesso perché puoi andare al bar e vantarti dei 150CV che ti abbiamo messo sotto le chiappe, ma siccome sia noi sia te sappiamo che guidi come un cane che si è appena fatto di peyote e che le strade sono pericolose, allora ci mettiamo un bel sistema elettronico che ti rende meno handicappato. Grazie.
Altra questione: imbottiscono le moto di elettronica manco fossero uno sfilatino ai transistor. Non sarebbe nemmeno così grave se non ci raccontassero che lo fanno per noi motociclisti. BALLE! La verità è che l'elettronica presenta molti vantaggi: è economicamente vantaggiosa, è facilmente reperibile e replicabile, permette di controllare le emissioni e interviene laddove la meccanica fa la capricciosa e in più fa sembrare qualsiasi prodotto più moderno. Inoltre l'elettronica ha già mostrato un limite di durata e non voglio fare l'esempio demagogo del pc che invecchia in sei mesi, ma una volta una moto era fatta per durare, ora è fatta per essere cambiata con disinvoltura magari ogni due anni. Se per caso doveste rimanere a piedi con la nuova Multistrada (cosa che non si verificherà mai, ma poniamo l'improbabile ipotesi) che fareste? Pregate di avere il cellulare carico e il portafogli bello gonfio e di essere possibilmente non troppo lontano da casa.
Un ultimo punto ancora: il vil denaro. Giacché una moto così tecnologica è un prodotto premium costa pure come tale. Il che mi porta a pensare che sarebbe meglio aspettare e puntare all'usato. Ma poi, comperare una moto usata piena zeppa di elettronica è davvero un affare?
Qual è dunque la mia conclusione?
Non so voi, ma io preferirei che i costruttori, dopo aver reso complicato ciò che era essenziale, tornassero a rivalutare una certa semplicità. Vorrei che i motociclisti non avessero bisogno di aggrapparsi a un bottone per saper gestire più potenza, ma che potessero riscoprire le banali emozioni di un motore e due ruote, conoscere la differenza fra ciò che è solo artificiale e ciò che è artificioso. Vorrei che sentissero il bisogno di una moto, non di un cane guida che li porti al bar.