venerdì 26 febbraio 2010

Roadtec Z6 fase 2: chilometro zero




Il contachilometri segna 41.720, ma per le Metzeler Z6 Interact si tratta del chilometro zero. Ricordiamo che la sfida è raggiungere i 10.000.

Come previsto il gommista - Top Motoscooter di via Brioschi 24 a Milano - ha cercato di aumentare ulteriormente il suo utile. Come da manuale, dopo l'esosa richiesta per il montaggio, già immaginavo una chiamata nella quale lamentava un qualche guaio o un pezzo da cambiare e... tadaaan così è stato. Mi telefona mentre sta lavorando sulla mia moto per dirmi che ha notato che la pastiglia del freno posteriore è a fine vita (e secondo te non lo sapevo?). Se lo desidero me la può sostituire per 50 euro. Ci ha provato.

Quando vado a ritirare la moto, mi saluta per nome come fossimo amici di vecchia data, mentre noto che le gomme sono montate e ci ha già fatto pure un giretto di collaudo perché sono sporche. In effetti sul contachilometri ci sono già un paio di chilometri in più, poco male. Per prima cosa mi dice che avrò pure risparmiato a non comprarle da lui, ma le gomme non sono fresche. Non sono fresche? No, perché non sono del 2010, ma del 2009. Ho evitato di fargli notare che siamo a febbraio e che non ho mai preteso di avere delle gomme ancora calde perché appena sfornate.

Quando inizia con le raccomandazioni su come ci si deve comportare con le gomme nuove, fingo di non annoiarmi e di sentire i suoi ammirevoli consigli per la prima volta nella mia vita. Quando conclude dicendomi di stare attento perché la mia moto ha molta coppia e se si dà gas la ruota dietro incerata parte, sgrano gli occhi (la mia moto ha coppia? Solo 10 kgm...) perché ammette che durante il giretto di collaudo gli è partita. A me sta per partire invece una pizza, ma mi trattengo.
Il grande colpo però lo riserva per il finale: pago gli 80 euro (ah se si vuole la fattura bisogna mettere in conto l'iva sai com'è... quindi sarebbero 100...) e mi chiede cosa intendo fare con le gomme vecchie. Secondo il suo punto di vista, infatti, dovrei prenderle e portarle in discarica, perché altrimenti lui è costretto a pagare per una cosa che non ha nemmeno acquistato e su cui non ha avuto margini. Comincia a sparare cifre a caso: a un certo punto, alla mia perplessità, dice che in discarica deve pagare 55 euro. Lo guardo meravigliato e gli dico che mi pare quantomeno curioso dover pagare una cifra del genere per lasciare delle gomme vecchie. In realtà dovrebbe costargli 2,5 euro a pneumatico. Se invece le avessi acquistate da lui non dovrebbe pagare nulla, perché il costo di smaltimento è compreso nel prezzo da quando esiste il consorzio ECOPNEUS costituito dai produttori di pneumatici.
Quindi il nostro caro amico di Top Motoscooter in via Brioschi 24 a Milano o ci fa o ci è.

Morale della favola: ha guadagnato 80 euro, ma ha perso un cliente (per giunta con una moto vecchiotta che, si sa, ha sempre bisogno di qualcosa) e si è inimicato un vicino. Questo sì che è senso degli affari.

giovedì 25 febbraio 2010

Anno nuovo, gomme nuove


Anno nuovo, gomme nuove; nel caso specifico si tratta di un paio di Metzeler Roadtec Z6 Interact fresche fresche che ora andranno montate sulla mia cara e vecchia Kawasaki ZRX 1100. In pratica la mia moto raddoppierà il suo valore.

Questa è la prima puntata di un "serial-post" che vedrà come protagoniste le suddette calzature tedesche. La prima puntualizzazione che debbo fare è che le gomme sono state regolarmente e normalmente acquistate e l'operazione (purtroppo per le mie già misere finanze) non è in alcun modo sponsorizzata né da Metzeler né da qualsiasi gommista o sito gommarolo o altro che possa venire in mente a voi maliziosetti. Tradotto: è tutto regolare, nessuno sta barando.

Il mio obiettivo è quello di verificare se tali gomme mantengono le promesse del costruttore durante un utilizzo normale. Si tratta, infatti, di un paio di gomme pensate per il turismo sportivo e per garantire una notevole longevità senza troppe rinunce al piacere di guida. Di tanto in tanto vi aggiornerò sul loro stato di usura o nel caso si verificassero anomalie, nel frattempo userò la Rex come sempre e in maniera del tutto usuale. Non andrò in pista, ci farò solo della strada e spero tanta. La curiosità a cui voglio trovare una risposta infatti è: arriveranno a 10.000 km?

Perché le Metzeler Z6 Interact?
Ho scelto queste gomme dopo averle provate tempo fa su altre moto durante un test stampa. Per il tipo di utilizzo intensivo della mia moto ho bisogno di una gomma che unisca la durata con una guida piuttosto sportiva e tempi di riscaldamento ridotti, oltre che un comportamento sicuro in ogni condizione.
Le Z6 Interact, a differenza delle Z6 delle quali sono l'evoluzione, sono bi-mescola (più morbide sulle spalle) e promettono una maggiore tenuta anche sul bagnato mantenendo la longevità delle Z6.

L'alternativa
Se non avessi trovato le Z6 Interact al budget prefissato, mi sarei orientato verso le Dunlop Roadsmart, anche in questo caso un prodotto nuovo che promette una buona tenuta in ogni condizione e una buona durata. Il prezzo è analogo e varia di pochi euro. Sarà per la prossima volta.

Fase 1: l'acquisto
Ho comprato le Z6 su internet con un discreto risparmio, in realtà poi vanificato da chi mi ha montato le gomme, ma vi riassumo meglio come è andata.
Per prima cosa ho interpellato alcuni gommisti per avere alcuni preventivi di acquisto e montaggio. I prezzi andavano dai 330 ai 400 euro: in ogni caso mi sembravano eccessivi.
Poi ho cercato su internet il prezzo migliore per il treno di gomme sciolte e l'ho trovato su Pneus on-line: 235 euro (iva e spedizione compresa). Ordinate il martedì sera mi sono state consegnate il venerdì, pure in anticipo sui tempi dichiarati. (Ottimo!)

Ho poi cercato un gommista disposto a montarle e per pigrizia mi sono rivolto a quello più vicino alla redazione: Top Motoscooter in via Brioschi 24, che però non si è rivelato affatto economico. La richiesta è stata infatti di ben 80 euro! Decisamente troppi. Per la fretta di avere le gomme montate e per l'estrema vicinanza, ho lasciato correre, ma questo prezzo è ampiamente gonfiato ed è stato inoltre condito con panzane inventate ad arte sulla difficoltà di smontare le ruote di una moto come la mia... Cioè di una moto normale!!
Purtroppo anche altri gommisti in città chiedono cifre analoghe, quando in realtà il costo dovrebbe aggirarsi sui 30-50 euro. Ad esempio il Supermercato del pneumatico ci ha indirizzato alla sede più vicina in viale Troya 16 e, dopo due ore di riflessione, mi sono sentito chiedere una cifra non meglio precisata tra gli 80 e i 100 euro. (Male, molto male!)

Un servizio interessante lo offre il sito Gomma Diretto, che vi indica il gommista convenzionato più vicino a voi - il cui costo per il montaggio va dai 10 ai 20 euro circa - a patto che compriate ovviamente le gomme sul detto sito. Di fatto tra gomma e montaggio si raggiungevano in ogni caso i 300 euro e quindi la spesa era analoga.


Passeremo l'inverno

Il timido sole che da ieri ha rallegrato lo spirito e il desolato landscape milanese è per i centauri di tutte le fattezze e di tutte le età un invito ben preciso; è quello che rappresenta il richiamo della foresta per il lupo: è ora di ingranare la prima.

Quei temerari - quest'anno più che mai - che la moto non l'hanno mai lasciata nemmeno un giorno nel box o all'addiaccio, ora possono gioire perché la punta del loro naso è già fuori dall'inverno. Possono glorificarsi e darsi sonore pacche sulle spalle perché, anche questa volta, ce l'hanno fatta, hanno superato le intemperie e i disagi. Sono autorizzati a sentirsi una specie di eroi o di reduci, se preferite.

Tutti gli altri possono unirsi a loro, fischiettando fingere di non aver dovuto cambiare la batteria e che "no, non è vero che il contachilometri segnava 8.536 già a ottobre, lo giuro!". La verità è che il centauro che ha passato veramente l'inverno lo si distingue subito dall'impostore (in senso buono sia chiaro) che soltanto finge di non essere mai sceso di sella. E' un po' come distinguere chi ha preso il sole sui campi di pomodori e chi si abbronzato alle lampados. La differenza c'è e si vede. Il secondo dice di aver usato la moto anche nelle giornate peggiori per un senso del dovere e per il terrore di essere etichettato come un centauro di serie B o peggio un centauro fasullo, uno che usa la moto solo per rappresentanza o per rimorchiare (ma esiste ancora questa leggenda?). Orrore! Al primo basta mostrare la cartella clinica, la sinusite cronica e la cervicale, annuendo semplicemente.

Cosa ci sia in realtà di male a non usare la moto in inverno non è chiaro. Certo denota un determinato modo di pensare e di comportarsi, una scala di priorità personali, di valori se vogliamo. Ma questo a chi importa? La motocicletta è libertà, no? Non diciamo sempre così? Bene, questo significa che uno è ben libero di usarla come e quando gli pare (sempre nel rispetto delle leggi, delle persone e possibilmente del codice della strada), dunque se uno è di indole comoda e pigra lasciamogli pure usare la moto due giorni l'anno. Vorrà dire che quando finalmente si deciderà di venderla, uno di quelli che la moto la usa in modo più intensivo, farà un buon affare.

Lezione numero 8: a marzo ogni matto esce scalzo.

martedì 2 febbraio 2010

Parla in dialetto, ma NON è una supermoto

Scusate ma di tanto in tanto divento arrogante e presuntuoso. Talvolta mi succede. Per esempio oggi ho appreso che secondo la collega Roberta Scorranese del Corriere della Sera (clicca qui per leggere l'articolo) - e ribadisco Corriere della Sera, mica Real-Bikes - la Duu, l'ultima nata della piccola officina CR&S presentata lo scorso novembre all'EICMA di Milano, sarebbe una supermoto.
Probabilmente nessuno le ha mai spiegato che per i motociclisti l'espressione "supermoto" ha un'accezione ben precisa e quindi mi arrogo io il diritto/dovere di darle questa definizione. Tale espressione non sta per "moto super" cioè che per esempio va a benzina super o che è il nonplusultra delle due ruote motorizzate, ma sta per supermotard che apparirà assurdo ma è una vera e propria categoria. Le supermotard, infatti, sono nate come "spin-off" del fuoristrada negli anni Ottanta e, al contrario di quello che si crede, sono nate negli USA. Il vero sviluppo di questa "scuola di pensiero" che prevede lo sliding, la derapata, come credo assoluto è però avvenuto in Francia nel decennio successivo, da qui il termine che unisce appunto il prefisso super con motard che significa letteralmente motociclista nella lingua dei cugini transalpini. Negli ultimi anni l'espressione è stata tradotta in italiano con supermoto per l'appunto, che definisce anche la disciplina sportiva e il campionato relativo. Ma attenzione! Se si scrive Supermoto con la S maiuscola si intende invece uno specifico modello della KTM! (eh lo so è un mondo pieno di insidie)
Errore comune: altro inciampo frequente è cadere nella tentazione anglofona di sostituire supermoto con Superbike, termine che quarant'anni fa veniva utilizzato per indicare le moto di grossa cilindrata, dai 750 in su, ma che nell'ultimo ventennio ha assunto un significato ben preciso. Superbike (o SBK) con la S maiuscola è il campionato riservato alle derivate di serie più potenti e di conseguenza ne indica anche la categoria commerciale (in genere con la s minuscola).

Dopo tutta questa pedanteria passo dal titolo dell'articolo al suo non meno notevole svolgimento.
Non mi soffermo molto sugli "operai che piegano il ferro e sui falegnami che trasformano il legno" (perché rovinare la poesia?) e sorvolo col sopracciglio levato sulla "guida europea, scattante" e arrivo fino all'espressione che mi ha illuminato e che cito testualmente:
"...Tanto per capirci, una vita (immagino fosse via) di mezzo tra 'Easy Rider' e le acrobazie di Scamarcio in 'Tre metri sopra il cielo'
Ora, siccome anch'io vivo di scrittura, mi posso immaginare la soddisfazione dell'autrice per aver partorito questa frase, l'orgoglio per il guizzo, il piacere tutto personale per aver trovato un paragone che potesse essere chiaro a tutti e permettesse a lei di chiudere un'espressione ad effetto.
Suppongo che la collega abbia visto entrambi i film. Suppongo.
Suppongo altresì che abbia una vaga idea della differenza tra Peter Fonda e Riccardo Scamarcio. Se non ce l'ha gliene offro una io: Fonda ha fatto quel film perché era (ed è) un convinto motociclista e aveva un messaggio da sottoporre, Scamarcio (contro il quale, intendiamoci, non ho nulla) non mi risulta. Né l'uno né l'altro. Inoltre le sequenze in moto del capolavoro mocciano non le ha girate di certo Scamarcio ma Ermanno Bastianini, noto stuntman romano e collaboratore della rivista Special.
Pensare a Easy Rider paragonato per qualsiasi motivo a TMSC mi provoca i brividi.
La cosa che vorrei far notare alla collega del Corriere è che la sua espressione, specie per un motociclista, non ha alcun senso. Possiamo disquisire per ore dei motivi, ma fondamentalmente questa frase non ha senso perché "le acrobazie" sono un'azione che si fa con una moto, QUALSIASI MOTO, mentre Easy Rider era la storia di due motociclisti che scappano dall'omologazione sociale americana (e dalla Polizia) inseguendo l'eterno sogno della libertà e per farlo utilizzano due motociclette costruite in casa che vengono dette "chopper". E' come dire che io sono una via di mezzo tra "Ritorno al Futuro" e il "Gabibbo". Ma che vor dì? In secondo luogo non ha senso perché la Duu non è questo, ma una creazione artigianale con una forte caratterizzazione e non è di certo una via di mezzo tra niente. Non è una via di mezzo, tanto meno tra due estremi che non stanno sullo stesso piano. Se proprio vogliamo trovarle un insieme all'interno del quale inserirla, sarà quello pur vago di "roadster".
Infine, nota curiosa, scopro che "Crepaldi è un'officina di aneddoti". E pensare che lo conosco e mi è sempre sembrato un uomo o meglio un personaggio, un gran bel personaggio.