giovedì 15 aprile 2010

Ah quanta bella gente

Una volta c'erano le fiere, poi sono diventati saloni che suona più elegante e meno provinciale e non c'è il rischio di confondersi con le fiere paesane o la sagra del cinghiale. Non a caso sono nati gli autosaloni, molto più raffinati, e i parrucchieri hanno fondato migliaia di saloni di bellezza causando una tale inflazione lessicale che per i saloni di casa siamo stati costretti ad adottare un altro termine, ovvero soggiorno.
Uno dei saloni più ingombranti dell'anno è il salone del mobile. Vedo già espressioni di terrore. Salone del mobile, una minaccia per ogni milanese che sia refrattario all'arredamento, ai vernissage e alla moda. A chi non è di Milano potrà sembrare strano, ma ci sono milanesi che lo sono.
È oltretutto ironico che si chiami “del mobile” dato che in quei giorni sulle strade della città lombarda non si muove proprio niente, tutto è bloccato. Questo perché da un po' di anni a questa parte è esplosa l'usanza del “fuori salone”. Non conti se vai al salone, ma se ci sei fuori, nella notte. Nelle vie del centro è tutto un pullulare di show room, allestimenti, eventi, mondanità. Tant'è che anche il termine salone, ormai, sta stretto. A Milano non può esserci un salone come tanti e quindi ormai si parla di design week. Così è fregata pure la concorrente settimana della moda, vuoi mettere design week?

Capisci che è la design week perché anche se torni dal lavoro alle 21 ci sono macchine incolonnate, ci sono Range Rover in quarta fila, cinquecento variopinte guidate da copertine di Vanity Fair e le passeggere dei Beverly hanno la gonna svolazzante e il tacco 12 da serata di gala. Capisci che è la design week perché c'è ovunque BELLA GENTE, ragazze dall'aria sofisticata con gli occhiali neri anche se ci vedono benissimo, ragazzi magri con il ciuffo nero che sembrano tutti modelli emo e omo confusi di D&G e studenti di moda e design che rimbalzano come palline di un flipper nel disperato anelito di mettere qualcosa di gratuito sotto ai denti e si ritrovano immancabilmente con un bicchierino di plastica con mezzo dito di prosecco dentro. Caldo e sgasato.

Quando c'è il Salone della moto tutto questo non avviene e questo suscita in me una certa invidia. Non l'invidia per gli eventi mondani, sia chiaro, ma l'invidia di non poter rompere altrettanto impunemente le palle al prossimo.
Corso Sempione è intasato da 5000 Ducati con lo scarico aperto? Che ci vuoi fare è il fuori salone è la bike week milanese, non te la prendere.
Brera è invasa da orde di bikers in pantaloni di pelle e vest che si grattano il pacco e ruttano davanti a boccali di birra straripanti? Ma non capisci, quello sì che è stile.
Un trialista è zompato da un panettone direttamente sul tetto della tua Punto Evo? Su dai, non te la prendere, è una performance artistica.
Un manipolo di enduristi infangati lancia sgommando proiettili di pantano? È un vernissage!
Ah, quanta bella gente...

2 commenti:

  1. Grandioso, son morta dalle risate, sei troppo di un'altra categoria (si dice dalla mie parti)

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  2. Ah Mary, Mary... dalle mie parti invece si dice
    peccato che sei già sposata
    troppo buona come sempre

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