giovedì 18 marzo 2010

Aquile nere, frecce rosse e il giallo del finger food


Frecciarossa, ore 17. Dopo un'esistenza consumata su treni locali maleodoranti, assaggio la comodità di una poltrona pluriregolabile di prima classe. Sfrutto la praticità di un tavolino sul quale appoggiare il mac e al quale collegarne l'alimentazione. Mi gusto il lusso di distendere le gambe, oltre che le braccia per raggiungere la tastiera. Ho la giacca di pelle e il casco (in mano, mica in testa), ciononostante la compagnia anglofona e multietnica in giacca e cravatta con cui scambio due battute in un inglese stentato mi fa sentire cosmopolita e soprattutto una persona arrivata. Ma arrivata dove se sono ancora in viaggio? Giusto non vi ho detto dove sono diretto. Sto procedendo ad Alta Velocità verso la caput mundi, la città immortale: Roma. Non fa caldo, ma l'aria condizionata rende l'atmosfera impalpabile, sembra di essere in aereo e non a caso delle hostess mi propongono uno snack di benvenuto e, a seguire, pure un minigrisbì. Milano – Roma in 3 ore è stupefacente; infatti arrivo con 35 minuti di ritardo.

Roma Termini, ore 20.35. Ad accogliermi c'è un autista, si chiama Marco Bus, ce l'ha scritto sul bus che si chiama Marco. Lui, non il bus. Non è un autista delle linee metropolitane, è lì apposta per me. Mentre attendiamo un altro collega in arrivo sempre da Milano (ma su un altro treno), Marco mi dona un paio di massime di vita.

Roma, ristorante Il Gusto, ore 21.20. Marco mi lascia al ristorante dove incontro un gruppo di colleghi. Buona parte di loro arriva da Milano, ma ognuno con un mezzo o un orario differente. La cena è modesta, ma piacevole; conversiamo e beviamo un bicchiere di vino, tanto non dobbiamo guidare.

Roma, Hotel Twentyone, ore 23.30. Faccio il check-in e salgo in camera dopo aver scambiato le ultime battute tra colleghi, cameratismo di categoria. Doccia, letto.

Roma, Hotel Twentyone, ore 1.30. I netturbini di Roma non vanno troppo per il sottile.

Roma, Hotel Twentyone, ore 8.30. Scendo a fare colazione. Caffè, cornetto (si dice cornetto e non brioche perché siamo a Roma), secondo cornetto, succo d'arancia. Ancora qualche chiacchiera tra colleghi.

Roma, Marco Bus, ore 9.30. Chiacchierando tra colleghi, abbiamo dimenticato un collega all'hotel. Torniamo indietro.

Roma, piazza Monte Grappa, ore 10.15. Marco Bus ci lascia davanti a “Che Moto!”, nuova concessionaria del Gruppo Piaggio sul cui piazzale scorgo una serie di Moto Guzzi di colore nero. Ah sì, le Moto Guzzi, ecco cosa ci faccio qui, me n'ero completamente scordato.
Sono qui per provare le Aquila Nera, versione nero opaco delle custom Guzzi. Ad attendermi California, Bellagio e Nevada, tutte nere. Se lo desidero posso guidare anche V7 Classic, nella nuova colorazione nera, e V7 Cafè, l'unica mosca bianca.

Roma, San Pietro, ore 11.15. San Pietro è proprio dietro l'angolo. Per ovvi motivi non possiamo entrare, ma viene comunque eletto come “shooting point”, con la complicità di alcuni rappresentanti delle forze dell'ordine (ordine non nel senso di francescani, ma di municipale). Oltre che i sampietrini, a San Pietro trovo anche parecchio traffico. In fila indiana facciamo le foto e ci scambiamo le moto per essere immortalati. Gentilezze e chiacchiere tra colleghi.

Roma, giardini del Pincio, ore 11.40. Se non ricordo male ho fatto la stessa rotonda almeno quattro volte con ognuno dei modelli presenti. Quindi 4 x 5 = 20. Venti volte in cui ho rischiato, nell'ordine, di tamponare un risciò guidato da turiste tedesche con guance arrossate, di finire schiacciato da tre diversi autobus di linea mentre mostravano altrettante personali interpretazioni del concetto di precedenza, di fare la capriola sul cofano di un'auto blu che essendo blu non si fermerebbe davanti a un semaforo rosso figuriamoci davanti a una moto nera, di essere investito da una Punto della Polizia che... è della Polizia e quindi c'ha ragione, di investire a mia volta un incauto vecchietto in preda a raptus suicida lontano dalle zebrate, di mandare tra le fioriere un imprudente ciclista in tutina attillata giallo fluo.

Roma, piazza Monte Grappa, ore 12.15. Ritorniamo alla concessionaria e trovo altri colleghi che, trepidanti, attendono che io lasci libero un manubrio. Fine del test. Considerando i venti giri di rotonda e l'altra ventina di passaggi davanti a San Pietro, in totale credo di aver guidato ogni modello per circa 2 chilometri. Quindi in totale 10 chilometri.

Roma, piazza Monte Grappa, ore 12.45. Finger food: tramezzini, panettini, stuzzichini e babà, ovviamente mini. Ma una bella amatriciana? Due code alla vaccinara? Che so, bucatini?

Roma, piazza Monte Grappa, ore 13.30. Le sessioni fotografiche sono terminate; con la complicità di un collega e di un ex agente della Municipale che ci fa da accompagnatore, prendiamo la via di Ostia con V7, California e Bellagio. Sole primaverile, un lungo rettilineo dove improvvisare una gara d'accelerazione, pini marittimi e là in fondo il mare. Ci voleva tanto?

Ostia, ore 15.00. Un succo di pompelmo, gentilmente offerto. La brezza marina, due adolescenti che "si coccolano", tre uomini con le loro Guzzi nere.

Roma, piazza Monte Grappa, ore 16.10. Marco Bus mi aspetta, sono in ritardo. Scendo dalla Bellagio ed entro nel bus, poi stazioni Termini, quindi Frecciarossa, poltrona di prima, snack, minigrisbì ma, stavolta, solo 10 minuti di ritardo (nemmeno annunciati).

Milano, ore 23.00. Accedo al blog e pubblico questo scempio di post.
E se pensate che il mio giudizio sui succitati modelli possa venire in qualche modo alterato dagli eventi o dal trattamento a me riservato siete oltre che maliziosi anche un poco meschini. E ora leggetevi il test.

3 commenti:

  1. e io che speravo ci fosse qualche mistero...visto il soprannome....invece mi è parso che sti gran misteri sulla Guzzi non ci siano...e manco ti sono tanto piaciute...no???
    Cmq il resoconto del viaggio è da 10+ mi scompiscio sempre dalle risate!!!
    BACISIIISISISISI

    RispondiElimina
  2. Bella Nick, è un piacere leggerti. Adesso le Guzzi mi piacciono un po' di più...! Ciao!

    RispondiElimina
  3. Grazie a Mary, sempre carica e entusiasta come una molla, e grazie a Pegasox per i complimenti.
    Il guaio, cari miei, è che a me le Guzzi sono sempre piaciute, come mi piacciono tutte le moto che raccontano storie e passioni. Il post voleva soltanto porre l'enfasi sul fatto che, specie in questi tempi di crisi, talvolta capita che si provino delle moto su una rotonda e che si vada fino a Roma per trovare questa rotonda. Come pure capita che la novità sia rappresentata da una verniciatura nera di modelli arcinoti.
    Ma le mie volevano essere semplici constatazioni.
    Oggi e sempre forza Guzzi.

    RispondiElimina