

Ieri, ad esempio, attraversavo indisturbato il polesine, come c'ero finito chissà, quando ho riconosciuto l'inconfondibile inebriante olezzo. Dopo qualche minuto di persistenza ho realizzato che non si trattava di una delle tante attrattive del luogo, ma delle drammatiche conseguenze di uno scontro. La cosa mi ha disturbato, perché ero convinto che l'avrei fatta franca: consapevole della stagione e allarmato dall'abnorme presenza nella zona rodigina di insetti mossi da istinti suicidi avevo chiuso la visiera del casco convinto di essermi messo al sicuro. Ma, ripeto, la cimice è bestia subdola. Probabilmente la cimice conduce pure una vita di merda, isolata anche dagli altri insetti per quel suo problemino. Come il compagno di classe che non si lava. Dev'essere ancora più dura quando a evitarti sono degli insetti! Insomma, essere schifati da una mosca, che molto schizzinosa non mi è mai sembrata, non deve far bene alla propria autostima. E' perciò comprensibile il motivo per cui la cimice desideri farla finita con un gesto eclatante e farla pagare a tutti. La cimice in cui mi sono imbattuto io era particolarmente astuta: ha evitato la visiera e si è gettata direttamente anima e corpo nell'orifizio della presa d'aria.
Il suo eroico gesto mi ha regalato una giornata intera di nausea e fastidi vari che non sto qui a elencare ma che hanno superato di gran lunga quelli causati da una prolungata sniffata di uni posca.
Lezione numero 5: la cimice del polesine è addestrata da Al Qaeda. Non pensare di farla franca.
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