venerdì 17 dicembre 2010

Intervista a Stefano Bonetti

Stefano è un ragazzo della bergamasca che si guadagna da vivere lavorando alla Jolly Moto, azienda specializzata nella realizzazione di terminali di scarico per moto. E proprio le moto, specie quelle che vanno forte, sono la fissa di Stefano, classe '76, 170 cm, fisico atletico e scattante e lo sguardo sveglio e buono; una malattia, quella per i semimanubri, che l'ha portato a correre nelle gare in salita e a piazzarsi davanti a tutti più volte. Poi anche quelle non gli bastano più, ma se vuoi correre in Italia, devi spendere capitali per chiuderti dentro a un circuito. A Stefano il piano non gusta e così, da sei anni, carica la moto sul furgone e ogni primavera punta Irlanda e Isola di Man.
Niente lussi, niente motorhome, soltanto un camper, un amico meccanico e un gazebo; da queste parti, però, Stefano non rappresenta un'eccezione, bensì la regola e la sua tenda è poco lontana da quelle ufficiali dei top riders come McGuinness, Easton, Seeley, Amor e compagnia bella, soltanto un poco defilata. Una vitaccia quella del road rider, fatta di sacrifici e rischi, ma anche emozioni che non si possono provare in altri modi. Stefano non partecipa per vincere, perché gli sarebbe impossibile contro i team ufficiali, ma per essere il migliore tra i privati e la magia spesso gli riesce, perché di polsi destri così in giro non ce ne sono mica poi tanti.
Qui sotto potete vedere l'intervista integrale che ho realizzato il 14 maggio 2010, il giorno prima che Stefano partecipasse alla North West e si piazzasse 13° nella categoria Superstock con una CBR 1000 Fireblade di serie...


1 commento:

  1. Massimissimo rispetto per il bonny.
    Sarebbe bello vederlo su una moto competitiva.
    Sarebbe ancora pià bello che una casa italiana lo appoggiasse in via ufficiale... pensa un Bonetti su un 1198 F010 o una RSV 4 Fucktory....

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