venerdì 26 novembre 2010
On line la terza puntata del viaggio in Irlanda!
martedì 23 novembre 2010
Icon Sheene, close up
La Icon Sheene è una moto che ti turba (e non solo perché c'ha il turbo): nera, artigianale, con il telaio che luccica e sperluccica, piena di regolazioni minimali, maledettamente costosa e inarrivabile. Ma anche un po' goffa, priva di precedenti e successori, in certi particolari un po' grezza e ridondante e con una linea un po' così, che sta a metà strada tra nostalgie anni Ottanta e uno strano futuro immaginato chissà quanto tempo fa.
E poi ha questo muso un po' da papero, la mascotte che il compianto Barry Sheene aveva portato più veloce di quanto non avrebbe mai potuto sperare nella sua vita da modesto piumato; e in effetti non è che il papero sia l'emblema dell'eleganza, così come questa Icon non è la moto più bella del pianeta; è sexy, sì, di questo dobbiamo darle atto, ma per motivi motoristici più che estetici.
Un fascino che è merito di un motore che di affascinante avrebbe poco da offrire: non si tratta del quattro cilindri della Suzuki Hayabusa, come si è portati a pensare, bensì del più duttile e insospettabile quattro cilindri della naked GSX1400, una delle migliori street-bike che possiate desiderare, ma anche una delle Suzuki meno seguite dal mercato italiano.
www.iconsheene.com
lunedì 22 novembre 2010
The coolest video of the day is...
Ecco un'altra illustre dimostrazione di come le donne fossero terribilmente sexy e stronze già negli anni Sessanta.
domenica 21 novembre 2010
Il lusso è in ripresa
Per chi non ne avesse ancora sentito parlare riassumo: hanno preso un motore Suzuki GSX 1400, ci hanno attaccato un turbo, tirando così fuori 250 CV e rendendola la moto immatricolabile più potente al mondo; poi hanno fatto fare un telaio all'ex telaista di Barry Sheene, lo hanno cromato (il telaio mica il telaista) e hanno costruito una carena in fibra di carbonio e alluminio (che ricorda vagamente una Katana 1100). Infine hanno decorato il tutto con cerchi in fibra di carbonio, verniciatura nera satinata e svariate placche che commemorano il celebre papero, portafortuna del pilota Suzuki. In altri termini una bella tamarrata da circa 120.000 euro.
Easton per la terza volta re di Macao
venerdì 19 novembre 2010
Quanto è vicino il muretto di Macau?
giovedì 18 novembre 2010
The music video of the day is...
Siglata partnership tra Ducati e AMG. Cioè?
Durante la conferenza stampa al Los Angeles Auto Show, l'AD di Mercedes-AMG Ola Kallenius e il presidente di Ducati Motor Holding, Gabriele Del Torchio, hanno siglato un accordo di partnership per, si legge, “lo sviluppo congiunto di attività di marketing condivise”.
mercoledì 17 novembre 2010
The music video of the day is...
martedì 16 novembre 2010
Se il passato è passato: la Lambretta
The worst stuntman of the year is...
lunedì 15 novembre 2010
The music video of the day is...
giovedì 11 novembre 2010
mercoledì 10 novembre 2010
The music video of the day is...
The making of the first 120 editions of "Dear..." out November 22nd 2010
martedì 9 novembre 2010
Una settimana fa
Così Renato Zanardo descrive il suo video:
Il commento a questo video è stato scritto dall'autore, non è una posizione ufficiale, è soltanto un'opinione di un cittadino residente in Veneto. Se non si condivide questo commento, poco importa, il video descrive comunque una realtà oggettiva.
Se un popolo ha la capacità di riprendersi, dovrebbe essere portato come esempio. Non dovrebbe essere indispensabile lasciarsi morire perché gli altri si accorgano del dolore che provi, di cosa ti sia costato rialzarti e tornare a camminare. Nemmeno una persona, anche tra quelle più colpite, ha pensato di fermarsi ad attendere una anima pia che l'aiuti, perché l'attesa sarebbe stata molto più dolorosa che affrontare il fiume di petto. Tuttavia la solidarietà presente nel DNA del popolo Veneto è la prima a rivendicare il proprio diritto alla vita e non è raro che quando capita qualcosa nella nostra penisola, per quanto distante sia, un veneto si alzi lasciando la cena a metà, lasciando moglie e figli per andare a ricostruire una città. Tutto questo nella consapevolezza che pochi ricambierebbero. Se c'è un po' di equità, allora che ci arrivi un segnale. Altrimenti non moriremo, ci arrangeremo come sempre, ma non venitemi a parlare di unità d'Italia. Le Italie sono molte e che ognuno si tenga la sua.